Giornata Internazionale senza Sacchetti di Plastica

Oggi celebriamo la Giornata Internazionale senza Sacchetti di Plastica, giornata dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti dannosi dell’utilizzo della plastica nell’ambiente. Diciamo dunque NO al suo utilizzo e, almeno per un giorno, incamminiamoci verso un futuro più verde, anche a costo di qualche sacrificio nelle nostre abitudini.

La cosa paradossale è che quando nel 1965 l’Ingegnere svedese Sten Gustaf Thulin diede vita a quello che noi oggi comunemente chiamiamo sacchetto, pensò a qualcosa di utilizzabile e riciclabile milioni di volte proprio perché indistruttibile. Mai avrebbe immaginato quelle conseguenze negative per l’ambiente che sono ormai sotto gli occhi di tutti, dovute alla sovrapproduzione al sovra utilizzo.

Fortunatamente, le cose stanno cambiando e sempre più eminenti figure della cultura del design e dell’industria si stanno ponendo il problema di un utilizzo etico e compatibile con l’ambiente che ci circonda. Fra questi, troviamo lo scrittore John Thackara, teorico del design sostenibile, dell’innovazione sociale e sostenibilità ambientale.

L’idea che promuove nei suoi scritti è che il design possa essere un’importante leva per affrontare i problemi globali, come il cambiamento climatico, la disuguaglianza sociale e la scarsità delle risorse. Questa centralità è presente nel suo libro “In the Bubble: Designing in a Complex World”. Thackara analizza i cambiamenti sociali, tecnologici ed ecologici che stanno plasmando il nostro pianeta e mette in evidenza l’importanza del design nel trovare soluzioni adeguate a tali sfide.

“Viviamo in una bolla” – afferma – “un ambiente artificiale e isolato che spesso ci allontana dalla realtà naturale e dalle conseguenze delle nostre azioni”.

Nel libro, esplora diversi settori della vita moderna, come il cibo, la mobilità, l’abitazione, la salute e il lavoro, e illustra come il design può essere utilizzato per creare soluzioni più sostenibili, umane e connesse.

E l’industria che fa?

Ormai le parole “green”, “recycle” sono diventate quasi il moderno mantra e nessuno si sente tagliato fuori da questo contesto. Persino un’azienda come ENI, tradizionalmente legato al mercato degli idrocarburi “classici”, ha dato vita al brand Plenitude, per sottolineare l’impegno nella sostenibilità ambientale.

L’obiettivo è molto ambizioso: emissioni nette pari a 0 entro il 2040 e decarbonizzazione, ovvero l’annullamento di emissioni di CO2 entro il 2050, in piena linea con il Green Deal proposto dall’Unione Europea.

Tutte le aziende che contribuiscono al supporto, logistico, tecnico (inteso anche dal punto di vista IT), devono sentirsi orgogliosamente coinvolti in questa evoluzione verde ed essere sicuri che ogni loro risorsa (eh si, il termine è proprio quello giusto) contribuirà fattivamente alla realizzazione di questo grande obiettivo.

 

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